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21 gennaio 2012: l’inizio di un’avventura indimenticabile

Il 21 gennaio 2012 iniziava l’avventura che avrebbe cambiato la mia vita, quella di tanti miei compagni di percorso e, forse, anche il volto della mia città e della politica. Eravamo un gruppo pieno di ideali, di voglia di fare e, forse, anche di un po’ d’incoscienza. Ma quell’incoscienza era alimentata da un sincero desiderio di migliorare la nostra città e il nostro Paese.

Quel gruppo di ragazzi, unito dalla passione e dalla determinazione, ha segnato un momento straordinario. Alcuni sono rimasti nell’arena politica, altri hanno scelto strade diverse, com’è naturale che sia. Ma nulla potrà mai cancellare la forza di quell’esperienza collettiva e di quei primi passi condivisi, che hanno lasciato un segno profondo nei dieci anni successivi.

Se il MoVimento 5 Stelle, a livello nazionale, avesse intrapreso un’evoluzione coerente con i suoi valori fondanti, senza stravolgerli, forse oggi racconteremmo una storia diversa. Una storia in cui non ci saremmo allontanati dalla carica emotiva e dalla fiducia che ci legava così fortemente ai cittadini.

Quella data, però, resta un simbolo di entusiasmo, di speranza e di impegno. È stata la scintilla di un percorso che ha messo al centro le persone, le idee e la voglia di costruire un futuro diverso. Non è stato un viaggio perfetto, nessuno lo è, ma il ricordo di quei momenti, delle assemblee, delle battaglie condivise e delle prime vittorie, resta un pezzo di storia prezioso, da custodire e tramandare.

Al di là dei “se” e dei “ma”, ciò che resta è un’esperienza che ha insegnato a credere nel cambiamento e nella possibilità di costruire qualcosa di nuovo. Anche oggi, a distanza di tanti anni, porto con me quei valori e quella voglia di cambiare. Perché il vero cambiamento non è solo nei grandi discorsi, ma in ciò che ognuno di noi sceglie di fare ogni giorno.

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Prima o poi, il futuro arriva!

Un anno che si chiude e uno nuovo che inizia: riflessioni tra serietà e leggerezza.

Ogni fine anno porta con sé la voglia di bilanci, di guardarsi indietro e, inevitabilmente, di pensare al futuro. Per me, il 2024 è stato un anno complesso, iniziato con la perdita di mia madre, un momento che ti cambia profondamente. È come se si chiudesse un capitolo e se ne aprisse uno nuovo, quello in cui ci si rende conto che, si arriva ad un momento in cui la vita smette di dare e comincia a prendere: negli affetti, nelle relazioni, nelle scelte per il futuro.

Politicamente, è stato un anno di scelte importanti e, a tratti, dolorose. Ho lasciato il partito di cui ero presidente, una decisione non facile, ma necessaria, perché non condividevo la direzione intrapresa. Non sono riuscito a realizzare l’elezione al Parlamento Europeo, ma questo non è stato solo un punto d’arrivo mancato, bensì uno stimolo a riflettere su come rilanciare un’area politica che oggi, diciamocelo, ha bisogno di concretezza, visione e… un po’ di coraggio.

Sul piano personale, il 2024 è stato un anno di grandi traguardi. Dopo tanta attesa, il nostro Bed and Breakfast “Il Bordone del Pellegrino” è finalmente una realtà. E mentre nel 2025 accoglieremo gli ospiti anche a Parma con una nuova stanza (sveleremo il nome a tempo debito), al Castello di Casola partirà anche la produzione di liquori. Insomma, si cominciano a vedere i frutti dopo anni in cui mi sono sentito più contadino che imprenditore: pianta, semina, taglia.

E poi c’è tutto il resto. Ho messo davvero tanta carne al fuoco negli ultimi due anni, forse troppa (e a volte ho pensato che si stesse per bruciare). Ma ora vedo nel 2025 un anno che, pur con le sue complessità – perché, diciamolo, non esiste un anno semplice – sarà un anno di raccolto: familiare, personale, lavorativo. Politicamente, invece, sarà un anno in cui mettersi a disposizione e tornare a costruire.

Quindi, che altro dire? Buona fine dell’anno e buon inizio a tutti. E ricordate: mai smettere di seminare, anche se il raccolto sembra lontano. Perché, prima o poi, il futuro arriva!

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Abbatere muri per riscoprire la bellezza

Soddisfazione è la parola chiave per descrivere la conclusione dei lavori che regalano una nuova apertura al Parco Ducale, rendendolo ancora più accessibile e fruibile per tutti i cittadini. Un progetto che ha preso forma abbattendo un muro, sostituito da una nuova cancellata, e che si conclude oggi riportando alla luce e alla fruibilità la rimanente parte del muro farnesiano, rimasta chiusa alla cittadinanza per decenni.

Questa realizzazione è la prova di come i progetti a lungo respiro, pensati per il bene comune, richiedano tempo, visione e determinazione per essere portati a termine. I lavori, iniziati e progettati con cura anni fa durante la mia amministrazione, trovano oggi la loro conclusione, dimostrando che ogni sforzo profuso per migliorare il nostro territorio vale ogni sacrificio.

Un grande passo avanti per il nostro parco, per la nostra città e per chi crede nella valorizzazione del patrimonio storico e naturale. Una nuova apertura non solo fisica, ma anche simbolica per una comunità sempre più inclusiva.

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M5S, addio al limite dei due mandati… Chi l’avrebbe mai detto?

M5S, addio al limite dei due mandati… Chi l’avrebbe mai detto?

Ebbene sì, anche un’altro dei pilastri fondativi del Movimento 5 Stelle è caduto, ammesso ne siano rimasti ancora.
L’Assemblea degli iscritti ha votato per modificare la regola dei due mandati. A favore il 72,08% dei votanti, un risultato che parla chiaro: il cambiamento è stato auspicato e, per molti non più eleggibili, probabilmente anche necessario. È stata una revisione totale della regola, che non solo permette un terzo mandato, ma introduce anche deroghe speciali per chi si candida a ruoli amministrativi di grande rilievo, come sindaco o presidente di Regione. Non è difficile immaginare che questa mossa sia stata pensata anche in vista di possibili candidature “pesanti”, come quella di Roberto Fico per la presidenza della Campania. Insomma, si cambia, ma con un occhio a opportunità specifiche.

Progressisti indipendenti… ovvero “riformisti conservatori”?

Sul fronte del posizionamento politico, gli iscritti hanno scelto una definizione piuttosto curiosa: “progressisti indipendenti”. Un’espressione che, a ben vedere, rischia di risultare un ossimoro. Indipendenti da chi? Progressisti fino a che punto? Sarebbe come dire “riformisti conservatori”, per chi ama le etichette che non si sbilanciano troppo. Tuttavia, questa definizione sembra più che altro una necessità di non perdere contatto con un elettorato che oggi appare molto più frammentato rispetto agli anni d’oro del Movimento, quando il mantra era “né di destra né di sinistra”. Ora, la nuova formula punta a tracciare un’identità più chiara, pur cercando di mantenere una certa autonomia.

Alleanze sì, ma “alla grillina”

Anche sul fronte delle alleanze politiche, il vento è cambiato. Un tempo demonizzate come il male assoluto, ora diventano parte della strategia del Movimento, purché basate su “accordi programmatici precisi”. Su questo punto, i votanti si sono espressi con una percentuale quasi plebiscitaria: il 92,4% ha detto sì. Ma resta il dubbio: quanto può essere davvero “indipendente” un movimento che si allea con altre forze politiche? E soprattutto, quanta libertà rimane nel negoziare tali accordi senza snaturarsi ulteriormente?

L’addio al Garante: una rivoluzione interna

Tra le novità più significative c’è l’eliminazione del ruolo del Garante, una figura che da sempre era legata a Beppe Grillo. Era il simbolo del controllo e della supervisione, ma anche un elemento di ingerenza che negli anni aveva sollevato non poche polemiche. Con il 62,3% dei voti, gli iscritti hanno scelto di rimuoverlo dallo statuto. Se da un lato questa decisione segna un passaggio epocale, dall’altro sembra chiudere definitivamente la fase “grillina” del Movimento, che ora vuole presentarsi come una forza politica più strutturata e autonoma. Ma sarà davvero così? Grillo resterà davvero nell’ombra o troverà nuovi modi per influenzare il percorso del Movimento magari a suon di cause legali?

Un addio ai valori fondanti?

Con queste modifiche, il Movimento 5 Stelle sembra prendere le distanze in modo definitivo da alcuni dei suoi principi originari. Il limite dei due mandati, ad esempio, era stato pensato per garantire un ricambio costante della classe politica e per evitare che il Movimento si trasformasse in una macchina di potere come quelle contro cui si scagliava agli albori. Ora, con tre mandati e deroghe per alcuni ruoli, quel principio di “differenza” rispetto ai partiti tradizionali sembra sempre più sfocato.

Riflessioni sarcastiche sul futuro del M5S

C’è chi dice che il Movimento stia semplicemente evolvendo per adattarsi alla realtà politica italiana. Altri, più critici, vedono queste scelte come l’ennesimo passo verso la perdita di identità. Certo è che, se fino a qualche anno fa il M5S si presentava come un’alternativa radicale al sistema, oggi appare sempre più simile a quello che voleva combattere.

E come si suol dire, “c’è sempre uno più puro che ti epura”… e nessuno ne esce indenne!

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Serve una visione coraggiosa

Il mondo sta ridefinendo i suoi equilibri, e questa transizione offre sia sfide che nuove opportunità per chi saprà coglierle. In questo contesto, l’Unione Europea si trova di fronte a una prova cruciale: trovare la forza per superare le divisioni nazionali e le spinte sovraniste. Solo con una vera integrazione politica ed economica, l’Europa potrà rafforzare il suo ruolo nello scenario globale, evitando di essere frammentata in un mondo dominato da tre potenze: USA, Russia e Cina. Steve Bannon ha chiarito che l’era del libero mercato è finita, e l’accesso ai mercati sarà regolato da nuove dinamiche di forza e collaborazione.

Come sarà il mondo nell’era Trusk? È importante non sottovalutare la portata degli impegni per una trasformazione radicale dell’assetto dello Stato e delle relazioni internazionali dell’America, sostenuti da Trump con il supporto di Musk. Alcuni, anche tra i sostenitori europei, potrebbero considerare queste promesse come semplici slogan elettorali, destinati a svanire con il tempo. Ma vi sono segni chiari che questa volta sarà diverso. La visione millenarista di Musk e le prospettive rivoluzionarie di Bannon ci conducono verso un periodo di autentici cambiamenti. Lo stiamo già osservando in Ucraina e, presto, l’Europa potrebbe affrontare sfide inedite mentre cerca un equilibrio in un contesto geopolitico sempre più dinamico.

Il progetto Trusk, lungi dall’essere solo una visione, è sostenuto da analisi, mezzi e intenti ben definiti. Musk stesso ha suggerito che la democrazia rappresentativa tradizionale, basata sul voto e sull’intermediazione parlamentare, possa risultare superata in una società digitale istantanea. I social media, diventati ormai una sorta di “camera globale”, hanno trasformato il modo di comunicare e condividere idee, anche se questo comporta il rischio di confondere le opinioni con i fatti.

Il mondo dell’informazione e della comunicazione si sta evolvendo, e l’algoritmo diventa sempre più influente. Le piattaforme digitali amplificano la voce di milioni, generando un costante flusso di contenuti e informazioni. La critica può ancora esprimersi, ma le decisioni chiave vengono prese da leader carismatici che interpretano le aspirazioni popolari, incarnando quel “progetto di potere per un tempo rivoluzionario”.

Non possiamo rimproverare al blocco Trusk una mancanza di chiarezza: il loro progetto è stato esposto apertamente ed è stato accolto con un successo elettorale netto. Siamo all’inizio di una nuova era, un’opportunità per ridefinire il nostro futuro.

Oggi, come ai tempi del New Deal di Roosevelt, ciò che serve è una visione coraggiosa e innovativa che sappia trasformare la crisi in progresso.

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10 anni dopo l’alluvione del baganza

Il 13 e 14 ottobre 2014, Parma ha vissuto una delle sue prove più difficili: l’esondazione del torrente Baganza. Di quei giorni rimangono ricordi terribili, ma anche la testimonianza di quanto la nostra comunità sia forte.

Dopo 10 anni ricordo come se fosse ieri la prima lunga notte durante l’alluvione, quando, camminando per il quartiere Montanara immerso nel buio, ho sentito un profondo senso di smarrimento. Le strade erano allagate, i volti pieni di angoscia, e io sapevo che la strada davanti a noi sarebbe stata lunga e piena di sfide.

L’Ospedale Piccole Figlie, le case di riposo di ASP, il Centro Giovani Montanara, le scuole del quartiere, e il Centro Sportivo Lauro Grossi erano tra i luoghi più colpiti. Luoghi simbolo, cuore pulsante di tante vite, ridotti al silenzio. In quei momenti, ho capito che la nostra città avrebbe avuto bisogno di tutto il suo coraggio e della sua determinazione per rialzarsi.

Ma non ero solo. Non eravamo soli. I volontari, i giovani “angeli del fango”, la Protezione Civile, i Vigili del Fuoco e le forze dell’ordine hanno mostrato una dedizione che mi ha commosso profondamente.

Ognuno ha fatto la propria parte, lavorando senza sosta per aiutare chi era in difficoltà, per riportare la luce in mezzo al buio. Anche i miei assessori non si sono risparmiati, lavorando ciascuno per le proprie competenze, e alcuni di loro si sono messi a spalare il fango con le proprie mani per aiutare i cittadini.

Come amministrazione, ci siamo mossi con urgenza. Abbiamo messo in campo ogni risorsa possibile per ripristinare le strade, le scuole, i servizi. Abbiamo lavorato senza sosta per garantire che il quartiere Montanara, e tutta Parma, potesse tornare a vivere.
Tra le tante opere di ricostruzione, una delle più emblematiche è stata il nuovo Ponte della Navetta, che ha preso il posto del ponte crollato sotto la furia dell’acqua. Inaugurato nel 2021, quel ponte è diventato il simbolo della nostra rinascita, un segno tangibile di come, nonostante tutto, siamo riusciti a rialzarci.

Con l’aiuto di AIPO e della Regione, siamo riusciti anche a far partire nel 2021 i lavori della tanto attesa cassa d’espansione del Baganza, un’opera rimandata per oltre 30 anni, fondamentale per mettere in sicurezza il torrente e proteggere Parma da future alluvioni.

Guardando a quanto è stato fatto in questi anni, possiamo ricordare l’importanza dei rimborsi che siamo riusciti a ottenere per cittadini e imprese colpiti dall’alluvione, il grande lavoro di contrasto all’abusivismo edilizio lungo il torrente, con la demolizione di diversi siti illegali, e il ripristino di scuole, strutture sportive e spazi pubblici che sono tornati a essere punti di riferimento per la nostra comunità. Abbiamo implementato un sistema di allerta tempestivo, abbiamo rafforzato il monitoraggio delle piene con nuovi strumenti e aggiornato il Piano di Protezione Civile per garantire maggiore sicurezza al nostro territorio.

Ricordo uno a uno le decine di persone tra i volontari, le forze dell’ordine, i funzionari di tutti gli enti e i tanti amministratori che hanno dato il massimo per rispondere nell’immediato e che successivamente hanno continuato a lavorare per realizzare quelle opere necessarie a ridurre i rischi di eventi come questi.

Oggi, a 10 anni da quei giorni tragici, guardo alla nostra città con orgoglio. Non dimenticherò mai il buio di quelle ore, ma nemmeno la luce che è tornata grazie alla forza, alla determinazione e all’unione di Parma. Insieme, abbiamo ricostruito e guardiamo al futuro con speranza.

Riflessioni

Federico Pizzarotti, il primo sindaco grillino, dal comune al B&B: «Ora invento liquori»

Nel 2012 “strappò” Parma al centrodestra e al centrosinistra e diventò il simbolo dei Cinquestelle di governo. Si ribellò e fu cacciato, riuscendo però a essere rieletto. Da luglio fa l’ostelliere in un paesino sulla via Francigena: «Ho sempre pensato di non dipendere dalla politica, non sono cambiato»

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